
IL RESTO DELL’ALBA
Un’installazione tra arte e architettura
Patrick Tuttofuoco, Pininfarina Architecture, Md'A Design Agency

IL PROGETTO
Il progetto sviluppato in sinergia propone un ambiente cangiante, che genera nel pubblico la sensazione di trovarsi in un luogo assimilabile a un paesaggio, metafora della realtà contemporanea, dove gli spazi sono fortemente antropizzati, mostrandoci la mutazione di una natura doppia frutto dell’artificio.
L’opera propone un dialogo tra arte, architettura e museografia in una dilatazione del momento dell’alba che si cristallizza in una dimensione fisica sospesa e ci pone di fronte a quesiti su un futuro sempre più innaturale e al contempo estremamente confortevole.
La forma oggetto che rappresenta un sole è composta dalla sfera incipiente e dal suo doppio: rappresenta un pensiero insistente. Il sole è stretto alla sua luminosa ombra, un inconcepibile cortocircuito sulla questione della fonte della luce e del calore.
Un ponte sospeso tra il giorno e la notte su un paesaggio innaturale e onirico; un paesaggio che fa sentire l’uomo troppo vicino al sole. Una sensazione che genera una riflessione su grandi temi comunitari da affrontare con urgenza sempre maggiore: da i più evidenti relativi al cambiamento climatico a quelli più di ricerca sul design di supporto alla resilienza naturale, dai filamenti plastici impiegati per la ricostruzione della barriera corallina, alle forme geometriche integrate per inversione dello scioglimento dei ghiacci.
IL CONTESTO
Verso dove si potrebbero orientare i musei contemporanei? Che luoghi e spazi pensare per l’inclusività e per sensibilizzare sui temi urgenti per la costruzione del futuro?
Da un dialogo teorico tra l’artista Patrick Tuttofuoco, la curatrice museografia Maddalena d’Alfonso e l’architetto Giovanni De Niederhäusern, vicepresidente di Pininfarina Architettura, è nato un lavoro sullo spazio artistico del contemporaneo.
Lo spazio dell’arte, infatti, è visto come un luogo esperienziale, dove l’arte, l’architettura e il pubblico si integrano e si attivano a vicenda. Il museo diventa un promotore di temi fondamentali dalle questioni della sostenibilità ambientale a quelle dell’inclusione attraverso la coesistenza di arte, artificio e umano in un luogo aurorale.

LA MOSTRA

L’ambiente espositivo si imporpora nella cangiante Il Resto dell’Alba, un’opera di cilindri di vetro che rappresenta un sole doppio, creando un luogo di congiunzione tra terra e cielo. L’alba, centrale nel progetto, rappresenta il rinnovamento ciclico sancito dal sorgere del sole, epifania di luce che inonda luoghi e oggetti riportandoli a nuova vita.
Un ambiente immersivo presenta l’idea di uno spazio del camminare. Un viaggio mentale e di contenuti che avviene in
una metafora geologica di scoperta e ascensione costruita attraverso un filamento che si conforma in modo geometrico e come ogni elemento naturale si riproduce, incrementa e varia come materia viva, come atomo delle lastre montante o come cellula vegetale di fusti in crescita.
L’opera origina dalla volontà di creare una dimensione dell’arte, che possa mostrare il passaggio del tempo e il suo ripetersi. La forma artistica, che unisce spazio e tempo in un simbolo, irradia su una natura artificiale e su uno sfondo riflettente tra mare e cielo.
Lo spazio viene definito dai visitatori che lo percorrono e ne esplorano la varietà di luce e di forme.
La stessa loro immagine riflessa ne mostra l’identità variabile sospesa tra ciò che di sé riconoscono e ciò che su se stessi dovranno scoprire e conoscere.
GLI AUTORI
Patrick Tuttofuoco
Il lavoro di Patrick Tuttofuoco è concepito come un dialogo tra individui e la loro abilità a trasformare l’ambiente che abitano, esplorando nozioni di comunità ed integrazione sociale al fine di combinare l’immediata attrazione sensoriale con il potere di innescare profonde risposte teoriche.
Tuttofuoco mescola Modernismo e Pop; egli spinge il figurativo nell’astratto, usando l’uomo come paradigma dell’esistenza, come la matrice e l’unità di misura della realtà. Da questo
processo interpretativo e cognitivo, vengono prodotte infinite versioni dell’uomo e del contesto della sua esistenza, dalle quali vengono generate forme in grado di animare le sculture.

​Pininfarina Architecture
La divisione di architettura di Pininfarina ha un forte legame con il passato dell’azienda.
L’ideazione e la gestione di progetti che mescolano complessità e bellezza rappresenta il retaggio automobilistico di Pininfarina. Un’eredità che si traduce anche attraverso l’architettura, divenendone l’elemento distintivo di progettazione.
Questa esperienza unica e altamente specializzata, racchiusa in oltre 90 anni con la produzione di alcuni dei veicoli più iconici della storia, comporta la raccolta dei bisogni emergenti nella società, gestendone la difficoltà, ideando nuove soluzioni anche tramite l’architettura, e diventando un amplificatore dei propri valori fondamentali di semplicità e bellezza oggettiva.
Approcciamo l’architettura con questo retaggio esperienziale unico, combinando un’interpretazione olistica e multidisciplinare delle esigenze dei nostri clienti con l’implementazione delle più recenti tecnologie e processi, siano essi applicazioni di progettazione parametrica, Design for Manufacturing o life cycle thinking, garantendo una maggiore sostenibilità e un ridotto impatto ambientale.
Grazie al nostro passato, possiamo abbracciare il futuro ed essere parte della sua trasformazione poiché portiamo i nostri valori fondamentali al punto di intersezione tra benessere, tecnologia e bellezza.
Ci basiamo sui nostri punti di forza ingegneristici e creativi, e ci piace reinventare il futuro con una mentalità ribelle, spingendo l’architettura oltre i suoi confini attuali, ridefinendo il settore mentre cambia.
Maddalena d’Alfonso
Maddalena d’Alfonso, è architetto, saggista e ricercatrice. Prende la qualifica di professore associato nel 2017, dopo il dottorato di ricerca con lode in Architettura degli Interni e
Museografia, del 2004. La sua attitudine a coniugare l’attività di ricerca con la cultura museografica, è stata applicata nell’ideazione e progettazione di mostre e programmi culturali.
D’Alfonso è membro del consiglio scientifico dell’ICOM - ICAMT – Internationa Commitee for Architecture and Museum Thecniques dell’InternationalCouncil of Museum dal 2019.
Nel 2019, ha fondato l’agenzia Md’A Design Agency per offrire alla sua rete di lavoro, servizi e attività interdisciplinari, riunendo architettura, curatela e altre specialità necessarie alla gestione degli spazi museali, e implementare “soluzioni sostenibili per l’architettura e il design”, sottolineando al contempo “accessibilità alla cultura visiva”.
